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Emetofobia: cos’è e i rimedi per superarla

L’emetofobia è la paura di vomitare o di vedere altri farlo e di non riuscire a dominare e prevenire i propri conati, anche quando non esiste nessuna patologia o problema fisico. A causare il terrore è l’ansia e l’idea di perdere il controllo, che porta chi ne soffre ad andare in crisi e a essere colpito da nausea e attacchi di panico anche per periodi prolungati.
A cura di Valeria Paglionico
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L'emetofobia è la paura di vomitare o di vedere altri farlo e di non riuscire a dominare e prevenire i propri conati, anche quando non esiste nessuna patologia o problema fisico. A causare il terrore è l'ansia e l'idea di perdere il controllo, che porta chi ne soffre ad andare in crisi e a essere colpito da nausea e attacchi di panico anche per periodi prolungati. Disturbi simili si manifestano soprattutto nelle situazioni in cui sarebbe difficile o imbarazzante isolarsi per vomitare, come ad esempio al cinema, allo stadio o a casa di amici, ed è chiaro che la paura influenza ogni azione quotidiana. A volte, gli emetofobici possono avere una resistenza psicologica al vomito e non riescono a liberarsi anche quando l'organismo lo richiede. L'emetofobia può colpire persone di ogni età, dall'infanzia all'età adulta, ma spesso si sviluppa in coloro che hanno sofferto o che soffrono di anoressia nervosa. In quei casi, è proprio la paura di vomitare a spingere una persona a evitare il cibo. Non sempre la paura si manifesta con la stessa gravità ma i pazienti in cui la fobia compromette le normali attività quotidiane sono molto più numerosi di quanto si possa pensare.

Cause e sintomi

L'emetofobia non ha delle cause scatenanti che possono essere definite con esattezza, variano da individuo a individuo ed è difficile individuarle. Secondo gli esperti, si tratta di una paura legata a traumi infantili rimossi o affrontati in modo inadeguato. Quando compare in età adulta, potrebbe essere causata dall'incapacità di gestire le proprie emozioni dopo che un episodio di vomito era stato percepito in modo negativo e traumatico. In alcuni casi, si suppone anche che sia dovuta all'impossibilità di tenere sotto controllo ogni aspetto della propria vita. E' chiaro, dunque, che si tratta di una fobia che nasce nella propria mente e che porta a un'alterazione della normale sensazione di sé ma quasi mai è legata a problemi fisici veri e propri.

L'emetofobia si presenta con alcuni sintomi molto chiari come la tendenza a non consumare cibi prima di uscire, a rifiutarsi di mangiare fuori casa, a selezionare gli alimenti a seconda della loro digeribilità, a evitare viaggi per paura di soffrire di mal d'auto, mal di mare o di aereo. Le persone che hanno il terrore di vomitare, inoltre, rinunciano ad avere figli anche quando hanno il desiderio di maternità ed evitano di assumere alcuni farmaci perché non riuscirebbero ad affrontare il senso di nausea che ne conseguirebbe. Si tengono lontane da persone che hanno sofferto di gastroenteriti o di influenza, il solo pensiero di essere stati contagiati gli provoca ansia. Nella maggior parte dei casi, però, è proprio il senso di panico che si prova a causare la nausea, dando vita a un circolo vizioso difficile da combattere. Per contrastare un problema simile, spesso si assume una quantità eccessiva di antiemetici come strategia preventiva, dimenticando il fatto che non si dovrebbe abusare di sostanze simili. In tutti i casi, le persone che soffrono di emetofobia hanno dei livelli elevati di contenimento del vomito ed è molto raro che arrivino davvero a farlo.

Cura

Quando si soffre di emetofobia, è necessario rivolgersi a uno psicoterapeuta per risolvere il problema, anche quando si ha la convinzione di poter combattere la paura da soli. Grazie all'aiuto degli specialisti, è possibile infatti gestire l'ansia e imparare a comprendere il proprio rapporto con il vomito. La prima cosa da fare è rompere il circolo vizioso che si è venuto a creare, cercando di capire il motivo per cui quella paura è nata e si è alimentata, cosa che ha portato il paziente ad avere una percezione distorta di sé e degli eventi. Solo a questo punto, si potranno attuare delle soluzioni per risolvere effettivamente il problema e per dare alla persona ematofobica la capacità di fronteggiare la situazione temuta. Solitamente, non vengono prescritti psicofarmaci ma, nei casi più gravi e dopo un'attenta valutazione psichiatrica, possono essere usati per trattare l'ansia, anche se l'ematofobico difficilmente accetterà di assumerli perché tra i possibili effetti collaterali c'è proprio il vomito. Tutte le terapie messe in atto hanno come unico obiettivo quello di spingere il paziente a imparare a gestire gli attacchi di panico causati proprio dalla fobia.

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