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Chirurgia seno, il grasso riciclato potrebbe ostacolare le diagnosi di tumore. Perché scegliere le protesi

Per la mastoplastica additiva il 70% dei chirurghi utilizza il fat grafting, ovvero il grasso ricilato da altre pari del corpo: in realtà questa tecnica non promette lo stesso risultato delle protesi. Ecco perché scegliere le protesi invece del grasso autologo.
A cura di Federica Ambrogio
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La mastoplastica additiva è una delle operazioni chirurgiche più richieste e oltre oceano la tecnica più utilizzata è il fat grafting, ovvero innesti di grasso autologo, che il 70% dei chirurghi preferisce alle classiche protesi mammarie.

C'è da sottolineare però, che con gli innesti di grasso "riciclato" proveniente da altre parti del corpo non si ottengono gli stessi risultati che si otterrebbero applicando le protesi. Il Dott. Renato Calabria, chirurgo plastico che opera a Beverly Hills, Milano e Roma ha evidenziato la netta differenza tra un intervento di tipo cosmetico che prevede l'aumento del seno, e uno di tipo ricostruttivo che può avvenire quando la ghiandola mammaria è stata completamente asportata. "Per quanto riguarda l'impiego per l'aumento del seno di natura strettamente cosmetica, bisogna fare delle importanti considerazioni: dal punto di vista estetico, le protesi sono migliori in quanto creano più proiezione ed un look più attraente, il fat grafting aumenta si il volume del seno ma l’effetto è simile a quello creato da un aumento di peso del paziente", afferma il Dott. Calabria. "Nella chirurgia ricostruttiva l’innesto di grasso autologo ha effettivamente un’applicazione efficace, con notevoli risultati, una semplicità di attuazione e un minimo decorso post operatorio"

Il consiglio dell'esperto per ottenere un look più attraente è quindi quello di utilizzare le protesi; il Dott. Calabria, che insegna anche presso il Department of Plastic Surgery at the University of Southern California evidenza un altro fattore molto importante, che va oltre il lato estetico e che mette in dubbio l'utilizzo del grasso autologo: sembra infatti che esso non permetta una corretta visibilità dei tessuti durante analisi di laboratorio come la mammografia, e potrebbe quindi rappresentare un ostacolo alla diagnosi precoce di tumore. Il fat grafting potrebbe essere utile invece per migliorare alcuni aspetti del dopo-innesto: ad esempio, afferma il Dott. Calabria, il rippling, cioè la palpazione delle pieghe della protesi sulla pelle, ed altri effetti irregolari causati da un eccessivo volume delle protesi in soggetti più magri.

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