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Cancro al seno: tutto quello che bisogna sapere per prevenirlo

Il cancro al seno è una delle malattie che colpisce maggiormente il sesso femminile ma che può essere sconfitta se curata in tempo. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce.
A cura di Valeria Paglionico
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Il cancro al seno è una delle malattie che colpisce maggiormente il sesso femminile, tanto che si sono contati 65.000 nuovi casi solo nel 2016 in Italia. Viene causato dalla moltiplicazione incontrollata di alcune cellule della ghiandola mammaria. Queste ultime si trasformano in cellule maligne e hanno la capacità di staccarsi dal tessuto che le ha generate per invadere i tessuti circostanti, diffondendo il tumore anche in altri organi. La ricerca sta facendo passi da gigante per ridurre i tassi di mortalità ma, per far sì che le cure riescano a essere efficaci, è necessario intervenire quando la malattia è ai suoi primi stadi. Per farlo, è importante sottoporsi a dei controlli regolarmente e non ignorare i sintomi. Mammografia in 3D, radiografie agli ultrasuoni, sono solo alcuni dei test più innovativi che permettono ai medici di tenere sotto controllo la salute delle proprie pazienti. Ecco tutto quello che c'è da sapere sulla prevenzione del tumore al seno.

Conoscere la storia della propria famiglia

La prima cosa da fare per prevenire il cancro al seno è conoscere la storia dei propri genitori e antenati, così da sapere se ci sono stati altri casi in famiglia. In particolare, è fondamentale avere ben chiaro lo stato di salute dei genitori e delle precedenti tre generazioni, in modo tale da capire quando è arrivato il momento di sottoporsi ai primi test. Se la propria madre, ad esempio, è stata colpita dal cancro in premenopausa, sarebbe opportuno cominciare a fare prevenzione 10 anni prima della sua età. Una famiglia in cui diverse persone hanno combattuto contro varie forme di tumore, come al colon, al pancreas, alla prostata, alle ovaie e non solo al seno, probabilmente porta una mutazione genetica nel proprio Dna. Tutti coloro che ne fanno parte farebbero bene a sottoporsi a dei controlli regolari fin da giovani.

Fare le analisi del sangue e la mammografia

Fare le analisi del sangue o della saliva può rivelare la possibile presenza di una serie di mutazioni che potrebbero essere dannose. Nel caso in cui si avessero dei geni legati al cancro, è indispensabile rivolgersi a degli specialisti per impostare una cura preventiva e personalizzata da seguire. Certo, la presenza di alterazioni non significa che si andrà sicuramente incontro al cancro ma è essenziale avere il maggior numero di informazioni possibile sul proprio stato di salute per prevenire la malattia. Le donne che non hanno nessun caso di tumore all'interno della propria famiglia dovrebbero sottoporsi a una mammografia ogni anno a partire dai 40 anni, mentre dopo i 55 dovrebbero fare il test una volta ogni 2 anni. Le più giovani possono invece ricorrere a delle radiografie a ultrasuoni, che permettono di determinare la densità delle cisti al seno senza usare le radiazioni. Naturalmente, ogni donna è diversa e, nel caso in cui si riscontrassero delle anomalie, è fondamentale rivolgersi al proprio medico e seguire il suo consiglio. Nessuno conosce il proprio corpo meglio di se stesso e, quando si avvertono dei sintomi diversi dal normale, è importante non ignorarli e sottoporsi a dei controlli il prima possibile.

Quali sono i fattori di rischio?

L'Airc è l'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro che da oltre 50 anni si occupa della salute femminile. Sul sito ufficiale, l'esperta Lucia Del Mastro, oncologo medico, ha partlato del tumore al seno, spiegando quali sono i fattori di rischio e il modo in cui prevenirli. Il 75% delle donne che viene colpito da tumore alla mammella ha più di 50 anni, di cui il 5-7% ha avuto più di un familiare stretto malato. Il BRCA1 e il BRCA2 sono i due geni che predispongono a questo tipo di cancro e le loro mutazioni sono responsabili del 50% delle forme ereditarie della malattia. L'uso eccessivo di estrogeni, gli ormoni femminili per eccellenza, l'obesità e il fumo sono tutte cose che facilitano la comparsa del cancro al seno. La gravidanza, invece, che riduce la produzione di estrogeni, ha un effetto protettivo sul corpo. Le cisti, i fibroadenomi o le alterazioni al seno non aumentano il rischio cancro, sono invece da tenere sotto controllo i seni che alle prime mammografie rivelano un tessuto molto denso o una forma benigna di crescita cellulare chiamata iperplasia. Tra i 30 e i 50 anni possono comparire delle alterazioni benigne che possono provocare grosse preoccupazioni, nella maggior parte dei casi, però, le cisti che si vengono a formare non hanno nulla a che vedere con il tumore e vengono accompagnate da dolore e senso di tensione.

Prevenzione e diagnosi precoce

Il cancro al seno viene diagnosticato con la mammografia o con l'ecografia mammaria, a seconda dell'età della paziente. Solo nel caso in cui le mammelle siano molto dense o le lesioni difficili da classificare, si può ricorrere alla risonanza magnetica. Se ci sono dei noduli e delle formazioni sospette, è consigliata la biopsia, che permette di fare un esame citologico o microistologico, così da stabilire la natura della malattia. E' però la mammografia il metodo più efficace per una diagnosi precoce, consigliata soprattutto alle donne dopo i 40 anni. E' buona abitudine, inoltre, fare una visita al seno una volta all'anno indipendentemente dall'età e ricorrere all'autopalpazione, una tecnica che consente di individuare precocemente eventuali trasformazioni. Per ridurre il rischio cancro è necessario inoltre seguire uno stile di vita sano, facendo esercizio fisico regolarmente e alimentandosi con pochi grassi e molti vegetali. Anche l'allattamento aiuta a combattere il tumore poiché consente alla cellula del seno di completare la sua maturazione e di resistere a eventuali trasformazioni.

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