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Borsalino sull’orlo del fallimento: è arrivata la fine per i suoi noti cappelli?

L’azienda Borsalino, nota in tutto il mondo per i suoi cappelli, sarebbe sull’orlo del fallimento. Si affida ora al consiglio amministrativo, sperando che attraverso un ricorso giudiziario si possa salvare il brand ed evitare di lasciare i 130 dipendenti senza lavoro.
A cura di Valeria Paglionico
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L’azienda Borsalino, nata ad Alessandria e nota in tutto il mondo per i suoi cappelli indossati da grandi miti del cinema come Alain Delon, Jean Paul Belmondo e Jean Seberg, è sull’orlo del fallimento. L’azienda di cappelli sta valutando diverse possibilità per affrontare alcune difficoltà finanziarie e per riuscire a proseguire l'attività. I prodotti della Borsalino sono ancora molto richiesti sul mercato sia italiano che estero, basti pensare al fatto che a ottobre è stato aperto il primo outlet del brand in Piemonte e che i cappelli “religiosi”, pensati per il mercato israeliano, sono andati a ruba negli ultimi mesi, tanto da aver costretto il marchio ad aumentare i prezzi. Nonostante ciò, il Cda, guidato dall’ad Marco Moccia, un paio di settimane fa, ha chiesto al tribunale di Alessandria il concordato preventivo.

In questo modo, l’azienda cercherà di ristrutturare i debiti e soddisfare i crediti, ma nel peggiore dei casi si potrebbe arrivare anche al fallimento. All’origine dei problemi finanziari ci sarebbe il finanziere Marco Marenco, che da giugno 2014 è latitante all’estero, dopo gli ordini di cattura emessi per bancarotta dai tribunali di Asti e Alessandria. A causa sua,  il 50,45% della Borsalino è stata messa sotto sequestro. Il ricorso giudiziario si affida al consiglio amministrativo per cercare di salvare l’azienda. Ciò che viene chiesto è la protezione dai creditori , cioè le banche e i fornitori di pelo di coniglio, utilizzato nella produzione del tessuto del cappello Borsalino. Inoltre, i 130 dipendenti ormai fanno fatica a ricevere gli stipendi e la bancarotta per loro significherebbe la perdita definitiva del lavoro.

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