658 CONDIVISIONI

Bebe Vio, la ragazza prodigio che ha sconfitto la meningite con il sorriso

Beatrice Vio, chiamata da tutti “Bebe”, è la campionessa paralimpica che negli ultimi tempi è diventata una vera e propria celebrità. Aveva 11 anni quando, a causa di una meningite fulminante, ha perso tutti gli arti ma, nonostante ciò, continua a essere positiva e sorridente, un esempio di forza e coraggio.
A cura di Valeria Paglionico
658 CONDIVISIONI

Beatrice Vio, chiamata da tutti “Bebe”, è la campionessa paralimpica che negli ultimi tempi è diventata una vera e propria celebrità. Dopo aver battuto per 15 a 7 la cinese Jingjing Zhou alla gara di fioretto a Rio de Janeiro, si è aggiudicata la medaglia d'oro, entrando di diritto nella storia dello sport italiano. Da allora, il suo successo non ha avuto più fine. Bebe ha perso tutti gli arti a causa di una meningite fulminante ma, nonostante ciò, continua a essere positiva e sorridente. Sono proprio la sua forza, il suo coraggio, la sua solarità ad averla resa una star richiestissima in tutto il mondo. Ha partecipato all'ultima cena di Stato del Presidente Obama, è stata invitata alla sfilata Dior durante la Paris Fashion Week, è stata vestita da Maria Grazia Chiuri e di sicuro in futuro raggiungerà moltissimi altri traguardi. Bebe Vio ha dato prova di essere una vera forza della natura.

Immagine

Bebe Vio, nata per essere una schermitrice

Beatrice Maria Vio, detta Bebe, è nata a Venezia il 4 marzo del 1996. Fin dall'infanzia, ha vissuto con i genitori e i tre fratelli a Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, dove ho mosso i primi passi nella scherma a partire dai 5 anni e mezzo. Ha avuto un'infanzia felice e spensierata, anche se era solo una bambina, ha sempre dimostrato di avere un enorme talento ma, purtroppo, ha dovuto interrompere bruscamente gli allenamenti nel 2008, quando ha perso gli arti a causa di una grave forma di meningite.

La lotta di Bebe contro la meningite

Bebe Vio aveva 11 anni e frequentava le scuole medie di Mogliano Veneto, città in provincia di Treviso in cui è cresciuta e vive tuttora, quando ha cominciato a soffrire di febbre e cefalea. Verso la fine di novembre, i sintomi sono peggiorati così tanto che l'hanno costretta al ricovero all'ospedale di Treviso. Inizialmente, i medici sospettavano un caso di sepsi da meningite ed è per questo che l'hanno subito trasferita al reparto di terapia intensiva pediatrica dell’ospedale di Padova, dove è arrivata in condizioni gravissime. A causare l'infezione era stato il meningococco di gruppo C. Bebe non era stata vaccinata l'anno precedente, visto che la campagna era stata riservata ai bambini più piccoli. Durante i primi giorni di ricovero, ha avuto una crisi settica che le ha provocato alcune emorragie interne con annessa necrosi. I medici hanno necessariamente dovuto amputarle gli abbracci e le gambe da sotto le ginocchia pur di tenerla in vita. Così facendo, le sue condizioni si sono stabilizzate. Bebe Vio è rimasta 104 giorni in ospedale tra il reparto di terapia intensiva e quello di chirurgia plastica. Gli arti amputati non sono l'unico effetto che la malattia ha avuto sul suo corpo, anche le cicatrici che porta sul viso sono state causate proprio dalla meningite. Una volta uscita dall'ospedale di Padova, Bebe è tornata a scuola e ha cominciato la riabilitazione presso il Centro Protesi dell’INAIL a Budrio.

Cos'è la meningite?

La meningite è un’infiammazione delle membrane protettive che coprono il cervello e il midollo spinale e, nelle sue forme più gravi, può portare anche alla morte. I sintomi della malattia possono essere confusi con una banale influenza, visto che sono mal di testa, febbre, nausea, inappetenza, confusione mentale e ipersensibilità alla  luce e ai rumori. A causare l'infezione può essere un batterio, un virus ma anche un fungo o un parassita. Il meningococco di tipo C, quello che ha colpito Bebe Vio, insieme a quello di tipo B, è il più diffuso in Italia ed Europa, è particolarmente aggressivo e si sviluppa in maniera rapida, tanto da mettere a rischio la vita in pochissimi giorni.

La vita di Bebe Vio dopo la malattia

Bebe praticava scherma da quando aveva 5 anni e, dopo essersi ammalata, non è tornata subito ad allenarsi, per un periodo ha preferito provare con l'equitazione. Solo quando la famiglia e le insegnanti l'hanno spronata a utilizzare le apposite protesi, ha deciso di tornare a praticare il suo sport preferito, la scherma. Inizialmente, ha fatto le prime prove seduta in sedia a rotelle con il fioretto fissato al braccio con il nastro adesivo, poi sono arrivate le protesi del Centro Protesi di Budrio, realizzate con la consulenza del Comitato Italiano Paralimpico.  In questo modo, Bebe è diventata la prima atleta in Europa ad avere il braccio armato protesizzato. Nel 2012 e nel 2013 ha vinto la medaglia d’oro individuale nei campionati nazionali italiani della categoria B, è poi arrivata prima nella Coppa del Mondo e ha vinto i tornei di Montreal e Lonato. Ha partecipato alle Paralimpiadi di Londra ma è solo a Rio de Janeiro che ha dato prova di essere una grande talento. Oltre a essere una campionessa di scherma, fa parte di un gruppo di scout e sogna di andare a lavorare per Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione fondato dal gruppo Benetton e da Oliviero Toscani, poco distante da casa sua. Per il futuro, intende ancora partecipare alle Paralimpiadi ma, per il momento, la sua priorità è fare la maturità e portare a termine il suo percorso scolastico.

658 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views