American Apparel dichiara il fallimento: lo fa per rinnovarsi
American Apparel, uno dei marchi d’abbigliamento più famosi degli Stati Uniti, ha intenzione di presentare istanza di fallimento. La società, che fin dal 1989 ha sempre attirato l'attenzione dei media con diversi scandali, ha visto infatti le vendite nette del trimestre di giugno crollare del 17,2% e addirittura negli ultimi 5 anni è arrivata a perdere oltre 300 milioni di dollari. Secondo un articolo della legge “Chapter 11”, un’impresa, in seguito ad un grave dissesto finanziario, può dichiarare il fallimento per ristrutturare l’azienda.
E' proprio quanto intende mettere in atto il marchio statunitense. American Apparel mette dunque a tacere le voci che parlavano di una sua possibile ripresa. Nonostante gestisca una catena di quasi 230 negozi in tutto il mondo, i suoi conti da tempo erano in rosso. Dopo aver raggiunto un accordo con i suoi creditori, il brand ha intenzione di rinnovarsi completamente nei prossimi 6 mesi. In questo modo riuscirà anche a tagliare i debiti da 300 a 135 milioni di dollari.
Paula Schneider, nominata amministratore delegato dell’azienda alla fine dello scorso anno, dopo che Dov Charney era stato accusato di sessismo e discriminazione, ha dichiarato: “La ristrutturazione permetterà ad American Apparel di diventare una società più forte, più vibrante. Saremo in grado di concentrare i nostri sforzi sull'esecuzione della nostra strategia di turnaround, cercando di creare prodotti nuovi e rilevanti”. Gli amanti degli indumenti firmati American Apparel possono dunque tirare un sospiro di sollievo. Il brand non dice addio al mondo della moda, semplicemente si rinnova per evitare di essere sommerso dai debiti.
